La missione si è rivelata estremamente impegnativa a causa delle avverse condizioni meteorologiche e delle lunghe distanze che abbiamo dovuto percorrere.
Siamo inizialmente atterrati in un aeroporto diverso. Questo ha influito sul numero dei chilometri percorsi, già gravosi, per raggiungere il confine desiderato.
Una volta sul posto, abbiamo collaborato con un’associazione locale per distribuire beni alimentari a circa 400 famiglie, la metà di quanto inizialmente stimato per il Campo ordinario al Confine. La selezione delle famiglie beneficiarie è stata fatta attentamente, includendo orfani, persone con disabilità fisiche o mentali, adulti paralizzati, mutilati o malati, concentrando gli sforzi su nuclei familiari vulnerabili. Durante la distribuzione, abbiamo notato con commozione che queste famiglie, nonostante le avverse condizioni atmosferiche, avevano atteso in fila fin dalle prime ore del mattino per ricevere le razioni giornaliere o mensili, formando un’impressionante scena di solidarietà e resistenza sotto la pioggia e il freddo.
In mezzo alla pioggia, coloro con carrozzine e stampelle non riuscivano ad avvicinarsi durante la distribuzione degli aiuti. Con Pietro, abbiamo deciso di andare direttamente da loro, aiutando nella verifica delle identità e consegnando i pacchi. Una situazione inimmaginabile. Una forza che probabilmente viene fuori solo in condizioni così disperate. Un’esperienza che ci ha fatto riflettere profondamente sull’esistenza di un’umanità invisibile, relegata in condizioni estreme.
Abbiamo continuato a visitare famiglie vulnerabili nell’area urbana, concentrandoci su coloro che supportiamo da tempo da un anno a questa parte, nel post Terremoto.
Sebbene avessimo inizialmente pianificato di entrare in Siria, problemi di trascrizione del passaporto ci hanno impedito di ottenere i permessi necessari.
Tuttavia, grazie al team eccezionale e l’aiuto di colleghi locali, Bakri su tutti, abbiamo iniziato la distribuzione di cibo e il supporto a orfani e famiglie bisognose.
Una notizia importante: sembra essersi finalmente sbloccata la situazione al Campo. Lo diciamo a bassa voce, ancora. Nonostante gli ostacoli, abbiamo mantenuto il nostro impegno e stiamo riflettendo su come migliorare la gestione locale. Ci siamo visti costretti a rimuovere il coordinatore per una serie di problemi che hanno risultato essere insormontabili. Sentiamo però forte il senso di responsabilità: non abbandoniamo le persone coinvolte e continueremo a sostenere la comunità, rafforzando la collaborazione e pianificando una distribuzione ampliata di aiuti nei prossimi mesi.