Ecco una breve testimonianza della missione di luglio 2016, appena conclusa, nei campi profughi, dove i nostri volontari si sono appena recati.
Segnaliamo la distribuzione alimentare, la distribuzione di cancelleria e il ‘gemellaggio’ con alcuni bambini di una scuola calabrese che hanno mandato disegni e messaggi ai loro coetanei meno fortunati.
Distribuzione Alimentare
150 pacchi distribuiti nei tre campi: in ogni pacco dentro c’erano farina, zucchero, olio, legumi, biscotti, pasta, riso. E tanto tanto desiderio di comunicare interesse e far capire che non sono così abbandonati e dimenticati da tutti.
Questo abbiamo portato nella missione in Turchia, che si è appena conclusa in questo inizio di luglio 2016.
Tra il caldo torrido e le zanzare che infestano l’aria, tra questo nugolo compatto di bimbi, la polvere e quei piedini sempre sporchi…
E a guardarli in foto ti viene d’istinto pensare “vi prendo e vi porto via, via per un bagnetto, via per un pasto completo, via per un pomeriggio di giochi, via per farvi fare la nanna tra lenzuolini freschi profumati di lavanda”.
150 nuclei familiari che hanno cibo per qualche tempo, grazie all’impegno e alla generosità di tante persone qui in Italia, grazie all’impegno dei volontari andati giù a testimoniare l’impegno di non dimenticare e abbandonare al loro destino questi esseri umani, in una guerra silenziosa che inesorabile continua e continua e continua.
Distribuzione di cancelleria
Le parole sono un’arma. Un’arma potentissima; saper leggere e scrivere significa emanciparsi, significa conoscere e rivendicare i propri diritti, e accettare anche i propri doveri verso gli altri. Significa armarsi di cultura. Il disegno permette di esprimere emozioni; il disegno permette di esprimere i propri bisogni, desideri, le proprie convinzioni. Il confine tra parola e disegno non è così netto. Sono due concetti che tra loro si intrecciano. Per questi bambini e per queste famiglie poter imparare a scrivere, leggere e poter mostrare i propri sentimenti parlando di sé attraverso i colori è una forma di resistenza. hanno perso casa, lavoro, famiglia, sicurezza, salute, a volte braccia e gambe.
Noi non ci stiamo a che perdano anche la cultura, unico mezzo per emanciparsi e per vincere sul male e sulla guerra. E queste foto dimostrano che con poco si può contribuire a fare tanto, tantissimo per loro in questo senso.
Grazie anche all’aiuto del ComitatoMahmud che ha reso possibile questo progetto.
Consegna e scambio dei disegni
Non ci sono lingue, colori di pelle, religioni o confini che possano fermare la voglia di pace e di condivisione. Grazie a Finuccia Congi, presidente della associazione culturale Mille Eventi, che ha realizzato una bellissima serata per finanziare le attività del comitato, e che ha raccolto questi disegni che sono stati portati in Turchia dai nostri volontari. E grazie a questi bimbi italiani, e alle loro famiglie, e al distretto scolastico della città di Mendicino (Cosenza), diretto dalla professoressa Assunta Morrone, che rinsaldano con amore e delicatezza il rapporto che ci lega a questi bambini siriani, non così tanto lontani geograficamente, privati di tutto tranne che della loro innocenza e della voglia di continuare a sperare.