Questa missione è stata molto importante perché abbiamo deciso, oltre che portare pacchi alimentari e cure mediche, di censire i bambini. Al campo ci sono più di mille bambini, di cui più di cento sono orfani di entrambi i genitori o di uno dei due. Vorremmo iniziare a censire appunto quest’ultimi per poi far partire un progetto di sostegno a distanza.
Ogni famiglia italiana sosterrà un orfano o un nucleo di fratelli orfani.
Atterriamo e il caldo ci soffoca, anche se è sera. Immaginiamo le condizioni del campo e dei bambini costretti a lavorare 10 ore sotto al sole. Come prima cosa andiamo a controllare che i quasi 500 pacchi alimentari siano pronti. Non lo sono ma lo saranno per la mattina dopo. Questa volta e come sempre ci accompagna anche un medico, Anna. Molte medicine ci sono state donate insieme a latte in polvere, altre le andiamo ad acquistare la mattina seguente. Poi passiamo al magazzino e seguiamo verso il campo i due furgoni carichi di pacchi alimentari.
Il medico visita tutto il giorno con temperature insopportabili.
Troviamo neonati malnutriti a cui lasciamo il latte (ne acquistiamo anche molto altro perché quello che abbiamo non basta) e un caso molto grave: un bambino con paralisi cerebrale a seguito di un’infezione che ora viene nutrito con sondino nello stomaco. Per questo bambini servirà un alimento specifico che decidiamo di portare la missione successiva, intanto tamponiamo con del latte multi vitaminico e proteico. Ha anche in corso un’infezione e Anna interviene con antibiotico, istruendo poi la madre su come proseguire. La distribuzione alimentare è sempre un momento di confusione ma ormai abbiamo lista delle famiglie e i due capi campo la gestiscono molto bene. Contare gli orfani e fare foto affinché siano sostenuti è davvero un “lavoro” faticoso, ma ce la facciamo. I bimbi sono tanti, la confusione anche.
L’interprete è molto più utile al medico, ovviamente, ma cerca di dividersi tra una cosa e l’altra. La sera siamo stremati ma contenti, ora abbiamo censito gli orfani e le adozioni potranno partire al nostro rientro in Italia. La mattina dopo ci spostiamo verso il confine, sono 4 ore di macchina, per raggiungere Kilis e portare i sostegni alle famiglie che altrettante famiglie aiutano dall’Italia. La notte siamo, come sempre, ospite di Majad dell’associazione The Sons of War che è il nostro amico e collaboratore sul posto. Il suo team ci supporta quando siamo al lavoro e anche dall’Italia provvedendo alle distribuzioni tutte le volte (rare) in cui non possiamo esserci personalmente.
Majad ha anche un piccolo laboratorio in cui donne Siriane confezionano saponi e piccoli oggetti, strappandole da una vita di miseria. Ne portiamo, come sempre, un po’ in Italia per farne dei gadget. Il nostro trio: Arianna, Andrea e Anna ha lavorato in maniera affiatata e senza una lamentela. Le giornate sono pesanti e quello che si vede toglie equilibrio, ma con persone che condividono i tuoi stessi ideali la missione è più lieve.