Questa volta in missione faceva caldo e la polvere ti entrava negli occhi insieme alla bellezza di essere ancora lì, progetto dopo progetto ad intrecciare relazioni, gestire emergenze, censire famiglie e bambini invisibili, condividere l’essenziale e conoscere un mondo che tanto dona quanto leva.
Io, Gianluca, mio marito, e Yahya, coordinatore locale e interprete, un team collaudato da anni. Spesso ci innervosiamo, ci scontriamo, ci scoraggiamo, ridiamo e gioiamo, aggiustiamo il tiro e ripartiamo.
Abbiamo portato da mangiare, abbiamo seguito le Tende Arcobaleno, seguito il collegamento fra le stesse e la scuola Vivaldi Murialdo di Torino per il gemellaggio mensile, censito i malati per la prossima missione che vedrà un team di medici al nostro fianco, verificato i pozzi.
Ci siamo seduti nelle tende e condiviso momenti belli e meno belli.
Abbiamo consegnato i sostegni agli orfani e ne abbiamo persi alcuni per conoscerne altri. Ora i nuclei sono più di 120, tutti affamati ci cibo e di amore. Qualche adulto ci ha deluso, molti ci hanno aperto il cuore e ripagato di tutte le fatiche. Siamo rientrati meno aridi e più vivi.