Per la prima volta si parte senza andare al campo profughi che sosteniamo da anni. Incontreremo i due referenti del campo a Gaziantep per mettere solide basi alle nostre azioni di aiuto. Poi ci sposteremo a Kilis per iniziare un progetto di sostegno a distanza d famiglie in gravi situazioni. L’incontro con i referenti del campo è necessario e non si può più rimandare. Il campo non è organizzato o supportato da nessuna organizzazione, tranne che rarissimi interventi spot. Siamo solo noi la realtà che cerca di dare costanza agli aiuti che portiamo: cibo, cure mediche, beni di prima necessità soprattutto per l’inverno.
All’interno del campo siamo supportati, sul territorio un po’ meno. Stabiliamo con i due referenti che, grazie al loro aiuto, cercheremo di portare pacchi alimentari un mese si ed uno no, inizieremo un progetto scuola e sosterremo in maniera più attenta gli oltre 100 orfani che vivono al campo. D’inverno ci impegniamo, come in passato, a portare ciò che serve per scaldarsi. La sfida, economicamente parlando, è immensa per una piccola associazione come la nostra.
Personalmente io, Arianna, ne sono spaventata e quasi sopraffatta. Ma vogliamo tentare. Cercheremo donatori che si prendano carico di un nucleo di profughi, cercheremo anche di presentare questi progetti ed ottenere finanziamenti.
E’ un’incognita ma si tratta di almeno 1000 bambini, quasi 500 famiglie. Un mondo di disperazione e privazioni. A Kilis individuiamo 22 famiglie, tra le ultime tra gli ultimi e altrettanti donatori Italiani li sosterranno nei bisogni primari: cibo e materiale scolastico per i bambini. Sono famiglie dove spesso la madre, vedova, non ha di che sfamare i propri figli ed è spesso costretta a mandarli a lavorare. Spesso i padri non ci sono o sono mutilati e anche quando presenti non c’è lavoro per loro. Spesso donne sole hanno figli disabili o anziani a carico. Con questo sostegno vorremmo provare a far sì che possano almeno mangiare e mandare i figli a scuola.
Perché, a differenza del campo, esistono le scuole e d è un grande obiettivo far sì che questi bambini possano frequentarle e salvarsi.