Siamo partiti a fine febbraio in un clima di totale incertezza dovuta alla situazione mondiale relativa al Covid 19.
Luca ed io non eravamo spaventati ma nemmeno sprovveduti e abbiamo chiesto e ottenuto tutte le informazioni e rassicurazioni possibili.
Da una Malpensa vuota e desolata ci imbarchiamo per il consueto viaggio che si concluderà a tarda notte.
Al campo fa freddo e c’è molto da fare in soli due giorni. L’accoglienza è sempre di abbracci e sorrisi, quelli dei nostri bimbi ma anche dei tanti adulti che ormai sono quasi come una famiglia per noi.
In due giorni tesi e difficili a causa dei bombardamenti e del conseguente coprifuoco che ci fa spostare con pericolo e difficoltà, riusciamo a distribuire i pacchi alimentari per tutte le famiglie del campo, i Voucher per i piccoli orfani sostenuti dalle famiglie italiane, a portare latte in polvere per i malnutriti e fondi per le attività della Tenda Arcobaleno che supervisioniamo e troviamo piana di bambini con tanta voglia di imparare e mostrare la loro bravura.
Lasciamo medicine e sostegno alle famiglie più fragili e comperiamo una tenda ad una famiglia a cui si era bruciata nel tentativo di scaldarsi.
Non possiamo raggiungere l’area urbana dove sosteniamo altre 25 famiglie, sempre per via del coprifuoco che impedisce gli spostamenti fra regioni e quindi decidiamo di lasciare il denaro al nostro collaboratore che provvederà alla distribuzione dei Voucher e ci manderà le foto.
L’ultimo giorno riceviamo la notizia che siamo bloccati in Turchia perché lo stato ha chiuso i collegamenti con l’Italia, in piena pandemia.
Contattiamo l’ambasciata che gentilmente ci chiede di provare ad arrangiarci, ma di fatto non esistono voli per l’Italia.
Riusciamo a rientrare con un giro immenso e vari scali in Europa.